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EPOCA TERZA. CAP. IX. 175


vei fare allora una trista ma pur troppo certa [1770] riflessione; che gli schiavi son veramente nati a far concio. Tutte queste Prussianerie mi faceaiio sempre più e conoscere e desiderare la beata Inghilterra..

Mi sgabellai dunque in tre giorni di questa mia Berlinata seconda; nè per altra ragione mi vi trattenni che per riposannivi un poco di un si disagiato viaggio. Partii sul finir di Luglio per Magdehourg, Brunòtrkh, Gottinga, Cassel e Francfort. Nell’entrare in Gottinga, città come tutti sanno di Università fioritissima, mi abbattei in un asinello ch’io moltissimo festeggiai per non averne più visti da circa un anno dacchè m’era ingolfato nel Settentrione estremo dove quell’animale non può nè generare, nè campare. Di codesto incontro di un asino Italiano con un asinelio Tedesco in una così famosa Università, ne avrei fatto allora una qualche lieta e bizzarra poesia se la lingua e la penna avessero in me potuto servire alla mente, ma la mia impotenza scrittoria era ogni di più assoluta. Mi contentai dunque di fantasticarvi su fra me stesso, e passai così una festevolissima giornata, soletto sempre, con me e il mio asino. E le giornate festive per me eran rare, passandomele io di continuo solo