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EPOCA TERZA. CAP. IX. 173


persona giustamente tacciata del più orrendo [1770] delitto, la mandataria e proditoria uccisione dell’inerme marito. E mi ricordava benissimo di aver udito narrare, che tra i molti pretesti addotti dai difensori di un tal delitto, si adduceva anche questo; che Caterina Seconda nel subentrare all’impero, voleva, oltre i tanti altri danni fatti dal marito allo Stato, risarcire anche in parte i diritti dell’umanità lesa si crudelmente dalla schiavitù universale e totale del popolo in Russia, col dare una giusta costituzione. Ora. trovandoli io in una servitù cosi intera dopo cinque o sei anni di regno di codesta CHtennestra filosofessa; e vedendo la maladetta genia soldatesca sedersi sul trono di Pietroborgo più forse ancora che su quel di Berlino; questa fu senza dubbio la ragione che mi fe’pur tanto-dispregiale quei popoli, e si furiosamente abborrirne gli scellerati reggitori. Spiaciutami dunque ogni Moscoviteria, non volli altrimenti portarmi a Mosca, come avea disegnato di fare, e mi sapea niill’anni di rientrare in Europa. Partii nel finir di Giugno, alla volta di Riga per Narva, e Rewel; nei di cui plani arenosi ignudi ed orribili scontai largamente i diletti che mi aveano dati le epiche selve immense della Svezia scoscesa. Prose-