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EPOCA TERZA. CAP. IX. 171


anche grandiose, per un certo vasto indefinibile [1770] silenzio che regna in quell’atmosfera, ove ti parrebbe quasi di essere fuor del globo.

Sbarcato per l’ultima volta in Abo, capitale della Finlandia Svezzese, continuai per ottime strade e con velocissimi cavalli il mio viaggio sino a Pietroborgo, dove giunsi verso gli ultimi di Maggio; e non saprei dire se di giorno vi giungessi o di notte; perchè sendo in quella stagione annullate quasi le tenebre della notte in quel clima tanto boreale, e ritrovandomi assai stanco del non aver per piò notti riposato se non se disagiatamente in carrozza, mi si era talmente confuso il capo, ed entrata una tal noja del veder sempre quella trista luce, ch’io non sapea più nè qual di della settitnana,nè qual ora del giorno, nè in qual parte del mondo mi fossi in quel puntò; tanto più che i costumi, abiti, e barbe dei Moscoviti mi rappresentavano assai più Tartari che non Europèi.

Io aveva letta la storia di Pietro il Grande nel Voltaire; mi era trovato nell’Accademia di Torino con varj Moscoviti, ed avea udito magnificare assai quella nascente nazione. Onde, queste cose tutte, ingrandite poi anchè dalla mia fantasia che sempre mi andava ac-