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EPOCA TERZA. CAP. IX. 169


quel tristo luogo tre giorni, finché spirando [1770] altri venti cominciò quella densissima crostona a screpolarsi quà e là, e far crich, come dice il Poeta nostro; quindi a poco a poco a disgiungersi in tavoloni galleggianti,che alcuna viuzza pure dischiudevano a chi si fosse arrischiato d’intromettervi una barcuccia. Ed in fatti il giorno dopo approdò a Grisselhamna un pescatore venente in un battelletto da quella prima isola a cui doveva approdar io, la prima; e disseci il pescatore che si passerebbe, ma con qualche stento. Io subito volli tentare, benché / avendo una barca assai piò spaziosa di quella peschereccia, poiché in essa vi trasportava la carrozza, l’ostacolo veniva ad essere raaggioxe; ma però era assai minore il pericolo, poiché ai colpi di quei massi nuotanti di ghiaccio dovea piò robustamente far fronte un legno grosso che non un piccolo. E così per l’appunto accadde. Quelle tante galleggianti isolette rendevano stranissimo l’aspetto di quell’orrido mare che parea piuttosto una terra scompaginata e disciolta, che non un volume di acque: ma il vento essendo, la Dio mercè, tenuissimo, le percosse di quei tavoloni nella mia barca riuscivano piuttosto carezze che urti; tuttavia la loro gran copia e mobilità