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EPOCA TERZA. CAP. VIII. |
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tutte l’altre a me cognite. La forma del governo [1770] della Svezia rimestata ed equilibrata in un certo tal qual modo che pure una semi- libertà vi trasparisce, mi destò qualche curiosità di conoscerla a fondo. Ma incapace poi di ogni seria e continuata applicazione, non la studiai che alla grossa. Ne intesi pure abbastanza per formarne nel mio capino un’idea: che stante la povertà delle quattro Classi votanti, e l’estrema corruzione della Classe dei Nobili e di quella dei Cittadini, donde nasceano le venali influenze dei due corruttori paganti, la Russia e la Francia, non vi potea allignare nè concordia fra gli Ordini, nè efficacità di determinazioni, nè giusta e durevole libertà. Continuai il divertimento della slitta con furore, per quelle cupe lelvone, e su quei lagoni crostati, fmo oltre ai venti di Aprile; ed ghora in soli quattro giorni con una rapidità incredibile seguiva il dimojare d’ogni qualunque gelo,attesa la lunga permanenza del Sole su l’orizzonte, e l’efficacia dei venti marittimi; e allo sparir delle nevi accatastate forse in dieci strati l’una su l’altra, compariva la fresca verdura: spettacolo veramente bizzarro, e che mi sarebbe riuscito poetico se avessi saputo far versi.