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EPOCA TERZA. CAP. VI. | 151 |
terla rivedere; di ritornare in Olanda Fanno [1768] dopo, e più ch’ogni cosa forse la naturai leggerezza di quella età di anni diciannove, nù andarono a poco a poco sollevando. Ed ancorché il mio animo non sì risanasse per assai graq tempo, la ragione mi rientrò pure intera nello spazio di pochi giorni.
Cosi alquanta rinsavito, ma dolentissimo, fermai di partire alla volta d’Italia, riuscendomi ingratissima la vista di un paese e di luoghi ai quali io ridomandava il mio bene perduto quasi ad un tempo che posseduto. Mi doleva però assaissimo di staccarmi da un tale amico; ma egli stesso, vedendomi si gravemente piagato, mi incoraggi al partire, essendo ben convinto che il moto, la varietà degli oggetti, la lontananza ed il tempo infallibilr mente mi guarirebbero.
Verso il mezzo Settembre mi separa dall’amico in Utrecht, dove mi volle accompagnare, e di donde per la via di Bruxelles, per la Lorena, Alsazia, Svizzera, e Savoja noti mi arrestai più sino in Piemonte, altro che per dormire; ed in meno di tre settimane mi ritrovai in Cumiana nella villa di mia Sorella, dove andai subito da Susa senza passar per Torino, per isfuggire pgni consorzio uma-