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138 VITA DI VITTORIO ALFIERI


[1767]reali già da me veduti nei diversi luoghi d’Italia: talché in Londra poi terminai d’imparare t ben conoscere e prezzare e Napoli, e Roma, e Venezia, e Firenze.

[1768] Prima ch’io partissi per Londra, avendomi proposto l’Ambasciatore di presentarmi a Corte in Versailles, io accettai per una certa curiosità di vedere una Corte maggiore del|e già vedute da me sin allora, benché fossi pienamente disingannato su tutte. Ci fui pel Capo d’anno del 1768, giorno anche piii curioso attése le varie funzioni che vi si praticano. Ancorché io fossi prevenuto, che il Re non parlava ai forestieri comuni, e che certo poco nj’importasse di una tal privazione, con tutto ciò non potei inghiottire il contegno Giovesco di quel regnante. Luigi XV, il quale squadrando l’uomo presentatogli da capo a piedi, non dava segno di riceverne impressione nessuna; mentre se ad un Gigante si dicesse;»> Ecco» ch’io gli presento una formica:w egli pure guardandola, 0 sorriderebbe, o direbbe forse: n Oh che piccolo animaluzzo!» o se anche il tacesse, lo direbbe il di lui viso per esso. quella negativa di sprezzo non mi afflisse poi piò, allorquando pochi momenti dopo vidi che. il Re andava spendendo la stessa moneta del-