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12 | VITA DI VITTORIO ALFIERI. |
[1749]biltà dell’arte ch’io professava. Il nascere agiato, mi fece e libero e puro; nè mi lasciò servire ad altri che al vero. L’onestà poi de’ Parenti fece si, che non ho dovuto mai arrossire dell’esser io Nobile. Onde, qualunque di queste tre cose fosse mancata ai miei natali, ne sarebbe di necessità venuto assai minoramento alle diverse mie opere; e sarei quindi stato per avventura o peggior filosofo, e peggior uomo, di quello che forse non sarò stato.
Il mio Padre chiamavasi Antonio Alfieri; la Madre, Monica Maillard di Tournon. Era questa di origine Savojarda, come i barbari di lei cognomi dimostrano: ma i suoi erano già da gran tempo stabiliti in Torino. Il mio Padre era un uomo purissimo di costumi, vissuto sempre senza impiego nessuno, e non contaminato da alcuna ambizione; secondo che ho inteso dir sempre da chi l’avea conosciuto. Provveduto di beni di fortuna sufficienti al suo grado, e di una giusta moderazione nei desiderj, egli visse bastantemente felice. In età di oltre cinquantacinque anni invaghitosi di mia Madre, la quale, benchè giovanissima, era allora già Vedova del Marchese di Cacherano, gentiluomo Astigiano, la sposò. Una figlia femmina che avea di quasi due asili preceduto il