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126 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1767]una totale stupidità nei gran venti solstiziali ed equinoziali; ed una infinitamente minore perspicacità la sera che la mattina; e assai più fantasia, entusiasmo, e attitudine all’inventare nel sommo inverno e nella somma state che non nelle stagioni di mezzo. Questa mia materialità, che credo pure in gran parte essere comune un po’ più un po’ meno a tutti gli uomini di fibra sottile, mi ha poi col tempo scemato e annullato ogni orgoglio del poco bene ch’io forse andava alle volte operando, come anche mi ha in gran parte diminuito la vergogna del tanto più male che avrò certamente fatto, e massime nell’arte mia; essendomi pienamente convinto che non era quasi in me il potere in quei dati tempi fare altrimenti.


CAPITOLO QUARTO.

Fine del Viaggio d’Italia, e mio primo arrivo in Parigi.


Riuscitomi dunque il soggiorno di Venezia sul totale anzi nojoso che no; ed essendo perpetuamente incalzato dalla smania del futuro viaggio d’oltramonti, non ne cavai neppure il