Pagina:Alfieri - Vita, I, Londra, 1804.djvu/105


EPOCA TERZA. CAP. I. 103


mio Zio, e dopo la di lui morte in Sardegna, [1766.] passato con me. Egli aveva già viaggiato col sudetto mio Zio, due volte in Sardegna, ed in Francia, Inghilterra, ed Olanda. Uomo di sagacissimo ingegno, di un’attività non comune, e che valendo egli solo pia che tutti i nostri altri quattro servitori presi a fascio, sarà d’ora in poi l’eroe Protagonista della Commedia di questi miei viaggi; di cui egli si trovò immediatamente essere il solo e vero Nocchiero, stante la nostra totale incapaeità di tutti noi altri otto, o bambini, o vecchi rimbambiti.

La prima stazione fu di circa quindici giorni in Milano. Avendo io già visto Genova due anni prima, ed essendo abituato al bellissimo locale di Torino, la topografia Milanese non mi dovea, nè potea piacer niente. Alcune cose che vi sarebbero pur da vedersi, io o non vidi, o male ed in fretta, e da quell’ignorantissimo e svogliato ch’io era d’ogni utile o dilettevole arte. E mi ricordo tra l’altre, che nella Biblioteca Ambrosiana, datomi in mano dal Bibliotecario non so più quale Manoscritto autografo del Petrarca, da vero barbaro Allobrogo, lo buttai là, dicendo che non me n’importava nulla. Anzi, in fondo del cuore, io ci aveva un certo rancore con codesto Petrarca; perchè al-