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ATTO QUARTO. 85

Cassandra? o Donna, or che m’apponi? e il credi?
Dell’arsa Troja, il sai, fra noi divise 270
Le opime spoglie, la donzella illustre,
Cui patria, e padre il ferro Achivo tolse,
A me toccò. Di vincitor funesta,
Ma usata legge in lacci avvinta in Argo
Trar me la fa: misero, e crudo esemplo 275
Delle umane vicende. Io di Cassandra
Ben compiango il destin; ma te sola amo:
Nol credi tu? Cassandra abbine in prova;
A te la dono: agli occhj miei sottrarla
Tu puoi, tu farne il tuo piacer: sol’io 280
Membrar ti vo’, ch’ella è di Re possente
Figlia infelice; e che infierir contr’essa
D’alma regal saria cosa non degna.


Clitennestra.

Non l’ami?...oh Ciel!... me misera!... cotanto
Ancora ami tu me? — Ma, ch’io ti tolga 285
Tua preda? Ah no: ben ti s’aspetta: troppo
Tempo, e sudor ti costa, e affanno, e sangue.