Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ATTO QUARTO | 67 |
Potria d’Atride alla terribil’ira?
Qual havvi asil contro il suo braccio? Quale
Schermo? Rapita Elena fu: la trasse 45
Figlio di Re possente al regno suo;
Ma al rapitor che valse armi, e baldanza,
E mura, e torri aver? a viva forza,
Dentro la reggia sua, su i paterni occhj,
A’ sacri altari innanzi, infra le grida, 50
E il sangue, e i pianti, e il minacciar de’Suoi
Non gli fu tolto e preda, e regno, e vita? —
Io che farei, ramingo, esule, privo
D’ogni soccorso? il vedi; il tuo disegno
Vano è per se. D’ignominiosa fuga 55
Tentata indarno avresti sol tu l’onta:
Io di te donno, e di te privo a un tempo
L’iniqua taccia, e la dovuta pena
N’avrei di rapitore: ecco qual sorte
Or ne sovrasta, se al fuggir t’ostini. 60
Clitennestra.
Tu gli ostacoli sol, null’altro vedi:
Amor verace li conobbe mai?