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A T T O P R I M O. | 19 |
A te ragion: conscia di te, sospetto
Non cadde in te di tua virtù; nè loco
Ha forse: sol, forse, offendesti alquanto,225
Non il tuo onor, ma del tuo onor la fama:
E in tempo sei, ch’ogni tuo lieve cenno
Sublime ammenda esser ne può. Per l’ombra
Sacra, a te cara, della uccisa Figlia;
Per quell’amor, che a me portasti, ond’io230
Oggi indegna non son; che più? ten priego
Per la vita d’Oreste; o Madre, arretra,
Dal precipizio orrendo arretra il passo.
Lunge da noi codesto Egisto vada:
Fà, che di te si taccia; in un con noi235
piangi d’Atride i casi: ai Templi vieni
Il suo ritorno ad implorar dai Numi.
Clitennestra.
Lungi Egisto?
Elettra.
Nol vuoi?... Ma il Signor tuo,
Mio Genitor tradito esser non merta,
Nè il soffrirà.