Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu/16

16 A G A M É N N O N E

Oggi, piena di gioja, all’ara io corro;
Io; per salvare a te il Consorte, a’ Greci
Il Duce, ad Argo il suo regal splendore.

Clitennestra.

Il Genitor so, ch’ami: amassi tanto180
La Madre tu!

Elettra.

V’amo del par: ma il Padre
Sta nel periglio... Ed in udir sue crude
Vicende, oimè! neppur cangiar d’aspetto,
Non ch’io ti veggia lagrimare? o Madre,
L’amassi tu quant’io!...

Clitennestra.

185Troppo il conosco.

Elettra.

Che dici? oh Ciel! così non favellavi
Di lui più lune addietro. Ancor trascorso,
Da che fer vela i Greci, intero un lustro
Non era, e sì più volte udìa te stessa,
Te, sospirar di rivederlo. A noi190
Narrando andavi le sue gesta; in esso