Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/51


ATTO TERZO 49

D’ogni eccesso maggior. Questo dì, questo,
Che nuove i’ dava lui prove non dubbie 80
Di mia clemenza troppa, era prescelto
Da lui d’empiezza a dar l’ultime prove.
Appena, sì, l’Astro Sovran del giorno,
Lucido testimon d’ogni opra mia,
A rischiarar gli altri mie’ Regni andava, 85
Che già coll’ombre della notte, amiche
A’ Traditor, forgea nel cor di Carlo
Atro orribil pensiero. A far vendetta
De’ perdonati falli il piè movea
Ver le mie stanze tacito. La destra 90
Armata Ei s’ha di parricida acciaro:
A me da tergo ei già s’appressa; il ferro
Innalza già; già nel paterno inerme
Fianco, già piomba.... Ecco da opposta parte
Inaspettatamente un grido uscia: 95
„Bada, Filippo, bada„. Era Rodrigo,
Che a me venia. Mi sento a un tempo un moto
Come di colpo, che lambendo striscia:
Volgo addietro lo sguardo; a piè mi veggo