Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/274

270 A N T I G O N E

Morte quel dì, che mi togliesti il Padre;
O data a me di propria man, se al rogo
Non rimanea del misero Fratello. 185
Or che compiuta ho la sant’opra, in Tebe
Nulla mi resta a far: se vuoi, ch’io viva,
Rendimi il Padre.

Creonte.

Il Trono, e in un con esso
Io t’offro ancor non abborrito Sposo.
Emon, che t’ama più, che non m’abborri, 190
Che più di me, del proprio Padre, t’ama.

Antigone.

Potrebbe Emon più sopportabil forse,
Se cara nò, farmi la vita; e solo
Potrialo Emon: — ma qual sia vita, trarla
A te dappresso? Udir le invendicate 195
Ombre de’ miei da te traditi, e spenti
Gridar vendetta dall’Averno? E Sposa
Tranquilla in braccio io del Figliuol del crudo
Estirpator del Sangue mio?....