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268 A N T I G O N E

In meritato guiderdon.... la mano.

Emone.

Antigone, perdona; i’ mai non chiesi
Tanta mercè: darmiti ei vuol: salvarti
Vogl’io, null’altro.

Creonte.

Io perdonar ti voglio.

Antigone.

M’offre Creonte grazia? E qual puoi farne 160
Miglior, che morte darmi? Agli occhj tuoi
Tormi, sol morte in sempiterno il puote:
Felice fai chi te non vede. — impètra
Per me la morte, Emon, questo a me sia
Pegno, sol pegno del tuo amor. Deh! pensa, 165
Che di Tiranno il miglior dono è morte;
Cui spesso niega a chi verace ardente
Desio n’ha in cor.

Creonte.

Non cangerai tu stile?
Sempre implacabil tu, superba sempre,
Sia ch’i’ ti danni, o ch’i’ t’assolva, sei? 170