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258 | A N T I G O N E |
- Creonte.
Chi m’ardiria pregar per chi l’infranse,
Altri ch’Emon?
- Emone.
Nè in tuo pensier tu stesso
Degna di morte la lor santa impresa
Estimi, nò; sì snaturato, e ingiusto 15
Non ti cred’io, nè sei.
- Creonte.
M’abbian pur crudo
A lor piacer Tebe, e ’l mio Figlio; giusto
Esser mi basta. A tutte leggi denno
Tutti obbedir quai ch’elle sien; ragione
Rendono i Rè dell’opre loro ai Numi: 20
Nè grado, etade, sesso havvi, nè caso,
Che il grave fallo imperdonabil scusi
Di non sempre obbedir. Pochi impuniti
Danno ai molti licenza.
- Emone.
In far tua legge
Credesti mai da tanto foran Donne, 25