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ATTO SECONDO | 253 |
- Emone.
A viva forza vuoi
Perder te stessa, Antigone?
- Antigone.
Sì voglio,
Vo’, che il Tiranno ascolti il ver sol’una,
Una fiata. A lui non stà d’intorno 240
Chi dirgliel’osi. Oh! se silenzio imporre
A’ tuoi rimorsi a par che all’altrui lingua
Potessi tu, Creonte; oh qual saria
Piena tua gioja allor! Ma più che a tutti
Odioso a te stesso hai tu nel torvo, 245
Nell’inquieto sogguardar scolpito
E il delitto, e la pena.
- Creonte.
A trarvi a morte,
Fratelli abbominevoli del Padre,
Mestier non eran tradimenti miei:
Tutti a prova il volean gl’irati Numi. 250
- Antigone.
Che nomi tu gli Dei? Tu, ch’altro Dio