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252 | A N T I G O N E |
Questo, ch’ei vuole, e ch’ei s’usurpa, è mio.
Vittima a lui l’ambizion soltanto
Addita or me.
- Creonte.
Tu questo Trono? Infami
Figli d’incesto, a voi di morte dritto,
Non di Regno riman. Gli empj Fratelli 225
L’un dell’altro uccisor atroce prova
Non son di quanto io dico?
- Antigone.
Empio tu, vile,
Che lor spingesti a scellerati colpi.
Sì, del proprio Fratello nascer Figli,
Nostro è delitto; ma con noi la pena 230
Già stava allor nel nascerti Nepoti.
Ministro tu della nefanda guerra,
Tu nutritor degli odj, a fuoco fuoco
Ivi aggiungendo ognor; l’uno adulavi,
L’altro instigavi, ambo tradivi. Strada
Così ti se’, Creonte, al Soglio sgombra,
Ed all’infamia.