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Venir sperava, ed esser godo; e dirti,
Che d’essa al par, più ch’ella assai t’abborro;
Ch’io son, che in petto inestinguibil fiamma 190
Trasfuso ho in lei d’odio, e di sdegno, ond’ardo;
Ch’è mia l’audacia, e la fierezza, mia;
E l’ira, ond’ella si riveste, mia.

Creonte.

Qual sia di voi più rea, perfide, invano
Voi contendete. I’ mostrerò ben’io, 195
Qual sia di voi più vil. Dappresso vista
Morte, che infame qual si dè v’appresto,
Farà tra voi sorger ben’altra gara
Di preghi, e pianti.

Emone.

 A morte infame? Oh Padre! —
Nol cred’io, nò; tu nol farai. Consiglio, 200
Se non pietade, a raddolcir l’acerbo
Tuo sdegno vaglia. Argìa d’Adrasto è Figlia;
Di Rè possente: Adrasto, il sai, di Tebe
La via conosce, e ricalcarla puote.