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230 | A N T I G O N E |
Del brando stesso; ma del cieco Padre
Non morto ancor, nè vivo pietade ebbi.
Per lui soffersi l’abborrita luce;
Serbata io m’era a sua tremula etade....
- Argìa.
Edippo?... In esso ricader dovea 160
Tutto l’orror del suo misfatto. Ei vive?
E Polinice muor?
- Antigone.
Misero Padre!
Oh! se visto l’avessi! Egli è pur Padre
Di Polinice nostro: ei di suo fallo
Soffre maggior la pena. Esule, cieco, 165
Ramingo, solo, mendicando il vitto
Ei và di Tebe in bando. Il fier Tiranno
Creonte osa cacciarlo. Il proprio nome
Non ardirà far noto: il Ciel, Creonte,
Tebe, noi tutti ei colmerà d’orrende 170
Imprecazioni: al vacillante antico
Suo fianco andar sostegno eletta io m’era;
Ma gli fui tolta a forza; e quì costretta,