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228 A N T I G O N E
Antigone.

Ah! ferma il piè — Creonte fero,
Tumido già per l’usurpato Trono, 120
Leggi, Natura, Dei, tutto in non cale
Quell’empio tien; e non che ’l rogo ei nieghi
A’ Figli d’Argo, Ei dà barbara morte
A chi lor dà la tomba.

Argìa.

In Campo preda
Alle fiere il mio Sposo? Ed io nel Campo 125
Passai pur dianzi! e tu vel lasci? Il sesto
Giorno già volge, ch’Eteocle ha spento
Il misero Fratello, ed insepolto,
E nudo giace? E le mort’ossa ancora
Della Reggia paterna escluse a forza 130
Stanno? E una Madre il soffre?

Antigone.

Argìa, non sai
Nostre sventure tutte. Appena vide
Compier Giocasta il Fratricidio orrendo,
D’imbelle pianto non rigò la gota,