Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ATTO PRIMO. | 9 |
(E virtud’era, e più che umano sforzo)
Altero in cor n’andava, e tristo a un tempo.
Stavami innante il grave dover mio
Agli occhj sempre; e, del pensier s’io m’era
Pur reo, sà il Ciel d’ogni pensier segreto85
Conoscitor: nel pianto i lunghi giorni,
Le lunghe notti trapassava in pianto:
Che prò? L’odio di me nel cor del Padre,
Quanto il dolor entro il mio cor, crescea.
- Isabella
Odio non cape, il credi, in cor di Padre;90
Bensì sospetto: adulatrice turba,
Che t’odia, e più di tuo spregio s’irrita,
Quanto più ’l merta, entro il paterno seno
Forse versò il sospetto.
- Carlo
Ah! Tu non sai;
E possa tu mai nol saper! qual Padre95
Io m’abbia: ancor di questa infame Corte
Gli andamenti non sai; nè dritto core