Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/104

102 FILIPPO.

L’amarlo allor: chi ’l fè delitto poscia?
Tu, col discior santi legami, il festi:
Lieve era sciorti ad assoluta voglia;220
Ma il cor così si cangia? Addentro in core
Fort’ei mi stava sì: ma fui tua appena,
Che in me repressa antica fiamma tacque:
Spegnerla poscia a mia virtude, al tempo
Ed a te forse s’aspettava.

Filippo.

Or quanto225
In te virtù, nè tempo non poteo,
Io, sì ’l farò: sì, nell’infido sangue
Io spegnerò i’impura fiamma....

Isabella.

Sangue
Versar, sì sangue; e ognor versar più sangue
Tuo pregio è sol; ma non è pregio, ond’io230
Tolto a lui l’amor mio dessi a te mai;
A te dal Figlio tuo dissimil tanto,
Quanto ogni vizio, è da virtù. — Mi festi
Già tu tremar; or non più, nò: l’iniqua