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rime varie 85


CXXII (1784).

Varcate ha l’Alpi: ah! me n’avveggio: muta
Trovo l’Italia, e sola, e tenebrosa;
Come quando del Sol la fiamma ascosa,
Lascia la valle di dolor vestuta.

Sol la via ch’ella dianzi ebbe tenuta,
Serba ancora una dolce aura odorosa,
Tutta infuocata di luce amorosa,
Che di gioja e dolor mi ha l’alma empiuta.

A ogni passo, piangendo, fra me dico:
Qui passò; deh! se incontrata l’avessi!...
Ma, sempre a me il destino ebbi nemico.

La seguirei, se al mio desir credessi;
Se men di lei, che di sua fama, amico,
I miei dì sconsolati io non traessi.

CXXIII.

O di me vera unica donna, e puoi
Dar di freddo amator la indegna taccia
Al tuo fedel, perchè l’amata traccia
Or non seguon veloci i passi suoi?

E all’amor de’ corsier novelli or vuoi
Il niego ascriver, che convien ch’ei faccia;
Benchè assai più che morte a lui dispiaccia
Di non bearsi ne’ begli occhi tuoi?

Nol pensi, no. Ch’io vivo in te, ben sai;
Nè congiunti, Penati, amici, o Muse,
Nulla da te non mi può svolger mai.

Amor, che tutte sai mie calde scuse,
A lei, deh! vanne, e prega ch’ella omai
Solo il destin, non il suo fido, accuse.