Oh quai duo snelli corridori alati
Venire io veggio impazïenti e feri
Al carcer, donde, più che stral leggieri,
Voleran poi da gara saettati!
Eccoli al teso canape schierati
Con altri assai; ma in lor possanza alteri,
Nè badan pure a que’ minor corsieri,
Sol l’un l’altro emulando in vista irati.
Odo già già squillar l’acuta tromba,
Che al sospirato aringo apre lor via;
Già de’ sonanti piedi il ciel rimbomba:
Ma, oimè! scoscesa, malagevol, ria
Strada, a mezzo lo stadio, al primo è tomba:
L’altro pur cade e muor, ma palma ha pria.