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rime varie 65


LXXXII.

Oh quai duo snelli corridori alati
Venire io veggio impazïenti e feri
Al carcer, donde, più che stral leggieri,
Voleran poi da gara saettati!

Eccoli al teso canape schierati
Con altri assai; ma in lor possanza alteri,
Nè badan pure a que’ minor corsieri,
Sol l’un l’altro emulando in vista irati.

Odo già già squillar l’acuta tromba,
Che al sospirato aringo apre lor via;
Già de’ sonanti piedi il ciel rimbomba:

Ma, oimè! scoscesa, malagevol, ria
Strada, a mezzo lo stadio, al primo è tomba:
L’altro pur cade e muor, ma palma ha pria.

LXXXIII.

Qual vive, qual dei due corsieri ha palma?
Qual nell’agone ha glorïosa morte?
Fama, e sue cento lingue al ver sì corte,
M’han fra speme e timor partita l’alma.

Ma un doloroso batter palma a palma,
Donne e donzelle lagrimanti e smorte,
Tutto mi annunzia, (oimè!) che Orizia forte
A mezzo il corso giace inutil salma.

Orizia bella, leggiadretta, amore
Dei più superbi infra il guerriero armento:
D’ogni olimpica prova Orizia onore!

Breve capo, ardit’occhio, e pié di vento;
Indole umana, e generoso ardore....
Siena, a ragion ne fai grave lamento.


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