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rime varie 49


Il multiplice dono
Reca ella: e in lui più capitan sovrani
Ecco ristretti con bell’ordin sono. —
Deh quanto i vostri sforzi, Angli, or fien vani!

VII.


Insolentir, perchè più numer sete,
Già vi vegg’io da prima:
Che pro? se chiuso entro al suo vallo il duce,
De’ suoi ch’egli a ragion uomini estima
Serba le vite, e miete
Senza sangue lo allòr che più riluce,
Finchè sorga la luce
Che scorrer veggia il vostro ov’ei v’investa. —
Così ben anni, ancor che presto a morte,
Stassi nel campo il forte
Per la patria far salva; a cui non resta,
Se a perir mai vien questa,
Altra gente nè altr’arme.
Oh bene speso indugio! Ecco consunto
Il compro ardir Britanno esser già parme;
Ecco, ecco al fin di libertade il punto.

VIII.


Esci, Washington, esci: ecco l’istante
Ove scontar le offese
Ai traditor di libertà farai.
Tra le guerriere memorande imprese
Nulla starà davante
A questa tua. Già incontro all’oste vai
Recando ultimi guai. —
Oh dell’uman tuo cor vittoria degna!
Poca è la strage: e intero intero hai stretto
Il men crudo che inetto
Nemico stuol, sì che depor la insegna
E il brando a lui convegna
E l’onor, se mai n’ebbe,
E la baldanza, che pur tanta ell’era. —
Or sia che vuol (ma pace esser dovrebbe),
Mai non vedrai, gran duce, ultima sera.



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