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rime varie 35


LVI.

Felice tu, mio messagger d’amore
Che me precorri ben duo interi Soli!
Pria di me la vedrai: qual dolce onore
Col tuo spronar più fervido m’involi!

A lei tu rechi in quel mio foglio il core,
E più tu fuggi, più il mio duol consoli;
Ma di mia mente rapida l’ardore
Già ti precede, e innanzi invan mi voli.

Pure i negri occhi di salute e vita
Vedrai tu primo; io ne starò digiuno,
Fin che sia la seconda ombra sparita.

Strano destin, ch’ente non v’abbia alcuno
Cui tocchi mai gioja davver compíta!
Anco ad Iride porta invidia Giuno.

LVII.

Sole, di un mesto velo tenebroso
Io ti vedea coprir gli almi tuoi rai
Ieri, in quel punto orribil doloroso,
In cui dalla mia donna mi strappai.

E parea quel tuo aspetto lagrimoso
Dirmi: Non vidi nel mio corso mai
Caso d’amor più rio, nè più sforzoso
Commiato, nè più veri e crudi lai.

Oggi, perchè mostrar serena tanto
E allegra a me la tua raggiante fronte?
Che? non è tutta or la natura in pianto?

Oh qual sollievo è che in altrui s’impronte
Del dolor nostro almen l’esterno ammanto!
Più dolce allor del lagrimare è il fonte.