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200 vittorio alfieri


CANTO SECONDO.


Sorger da’ lidi Eoi la messaggera
Del nuovo dì vedea Lorenzo forte.
Rose la fronte, il crine auro non era:
Ma come pinta di color di morte,
Dietro una nube orribilmente nera
Par che novella notte al mondo apporte.
Almo Sol, forse rischiarar tu sdegni
Terra ove il giusto gema e l’empio regni.

Tinte di sangue e in torbo fuoco ardenti
Travi tengon dell’aria il vasto campo.
Benchè il Bruto toscan poco ai portenti
Creda, a tal vista pure un doppio lampo
Gli appar negli occhi di furor splendenti:
E grida: O ciel, s’oggi il tiranno ha scampo
Dal mio pugnale, in questa guisa orrenda
Sempre sanguigno il sole a me risplenda.

Precipitoso già fuor della soglia
Scagliasi, e l’alta impresa a compier vola;
Quand’ecco innanzi a lui d’amara doglia
Piena il cor, piena il volto, in negra stola
Sua madre fassi; e in disadorna spoglia
Trista del par vien seco la figliuola.
Vedova madre, al mondo or che ti resta?
Nè congiunti nè prole altr’hai che questa.

Lorenzo e Bianca ad un sol parto in luce
Died’ella, del suo amore ultimi pegni:
Chè tosto poscia inesorabil truce
Morte il suo sposo trasse ai cupi regni;
Indi l’ingorda ultimo danno adduce
Al fratel suo; nè pon tregua agli sdegni,
Se pria non l’ha d’altri duo figli orbata,
E quasi a eterne lagrime dannata.