Pagina:Alfieri - Rime varie (1903).djvu/185


rime varie 179


«Regenerar Roma seconda e vera,
«Se gl’infiammati salmi
«Pria nol potran di un libero Tirtéo,
«L’aste forse il potran di armati servi?
«O il conciliabol reo
«D’altri inetti più ancor schiavi protervi?
«Nascon del forte i forti.
«Germe il leon fu mai d’imbelli cervi?
«Molti eroi, sì, da un vate sol fian sorti.»

Strofe IV.


Inebriato di quei caldi accenti,
Desto hammi già dal mio sonno superbo
L’intumidito cuore.
Ma il po’ di senno ch’io teneami in serbo,
Perchè al tacersi in me dei carmi ardenti
Del calvo capo fuore
Tutti ei sgombrasse poi gli erronei venti,
Tetro canuto un refrigerio spira
Che mia febbre ristaura,
Ma ogni baldanza a un tempo in pianto gira;
Ora vana esser tutte e instabil aura
Le umane imprese asseverando il crudo,
D’inganni al par che di pietade ignudo.

Antistrofe IV.


Ma e che? Vorresti or tu gelido Senno,
Tronche non sol del poetar le vie,
Farmi aver anco a vile
Le dianzi scritte tante opre ben mie?
Se stesso ei spregi chi di sè niun cenno
(A spuma vil simíle)
Dopo sè lascia a quei che viver denno:
Non così, no, chi inestinguibil fuoco
Dall’alma traboccava
Forse a pro d’altri: abbenchè ognor pur poco
Giovi altrui l’alto dire in terra prava.
Poco è l’uom sempre: ma più molto è assai
Pur del Ciclope chi cantonne i lai.