Cose omai viste, e a sazietà riviste,
Sempre vedrai, s’anco mill’anni vivi:
E studia, e ascolta, e pensa, e inventa, e scrivi,
Mai non fia ch’oltre l’uom passo ti acquiste.
Sue cagioni ha Natura, in se frammiste
D’alti Principj d’ogni luce schivi,
E di volgari, a cui veder tu arrivi,
Se pazïenza e brama in te persiste.
Ma, a che il saper ciò che imparar pon tutti?
Che pro il crear, poichè creando imíti?
Che pro indagar, se in più indagar men frutti?
Muori: ei n’è tempo il dì, che indarno arditi
Gli occhi addentrando nei futuri lutti,
Cieco esser senti e d’esserlo t’irrìti.