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rime varie 151


CCXXIX (1794).

Tardi or me punge del Saper la brama;
Me, cui finora non pungea ’l rossore
Del Non-saper, mentr’iva, ebro d’errore,
Dal coturno tentando acquistar fama.

Nulla di quanto l’uom scïenza chiama,
Per gli orecchi mai giunto erami al cuore:
Ira, vendetta, libertade, amore,
Suonava io sol, come chi freme ed ama.

Tai vampe in me dagli anni or semi-spente,
D’indagar ciò che altrove altri dicea
Destan vaghezza entro all’ignuda mente:

Ma, sdegnosa, l’altera Attica Dea
Torva mi guarda, e sgridami repente:
«Me conosci, e te stesso; o dormi, o crea.»

CCXXX (1794).

Fin dalla etade giovanil mia prima
Ebber me tutto i be’ destrier conquiso
Sì ch’io vivendo in lor, da me diviso
Nulla allora curai prosa nè rima.

Giunse Amor poscia con più ardente lima
Ad inibirmi per molti anni il riso:
Ond’io più sempre mi vedea reciso
Ogni buon frutto, e far d’inerzia cima.

Pur, nei tre lustri più virili, io sorsi
Vendicator dei non mertati danni,
E spontaneo pedon gran stadio corsi.

Stanco ora bramo i primi equestri inganni,
Da cui (vaglia qui ’l vero) io mai non torsi
Del tutto il piè nei filosofici anni.