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rime varie 103


CL.

Deh! perdona: ben sento; era a noi forza
Restar, per altri quattro mesi o sei,
Divisi; e un po’ dar tregua ai denti rei
D’invidia, che del pianto altrui si ammorza.

Ben sento; anco tu stessa a viva forza
Dal tuo fido amator, donna, ti sei
Strappata; e i tuoi sospiri erano i miei;
Che de’ duo nostri cori una è la scorza.

Del rio destino, e non di te, mi doglio:
Poichè in tutto mi avanzi, anco in coraggio
Per mia nonna pigliarti unica voglio.

Forte sarò; non quanto il fora un saggio:
Quanto il poss’io, ch’or voglio, ora disvoglio;
Or m’alzo, e spero; ed or temo, e ricaggio.

CLI.

Tigro-pezzato Achille, o tu che pegno
Mi sei novello dell’amore immenso,
Di cui piace a mia donna farmi degno;
Vien meco, e acqueta il mugolar tuo intenso.

Tu di signor non cangi; il presto ingegno
Tuo ben tel dice e il quasi umano senso:
E di venirne al mio dolor sostegno,
Fido men desti già tacito assenso.

Ella sola è signora, e d’ambo noi:
Non sarai servo a me, sarai compagno,
Poi ch’ella t’ama, quant’io gli occhi suoi.

Fin ch’io privo di lei teco rimagno,
Me consola co’ salti e vezzi tuoi,
Nè ti stupir, se in abbracciarti io piagno.