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di vittorio alfieri 71


Sol, se queste mie rime un di verranno
D’alma che sia d’amor verace schiava,
11Ad ingannare, o interpretar l’affanno;1
Che la mia donna ogni alto onor mertava,
Spero, i pochi amatori allor diranno;
14Ch’io, se non altro, ardentemente amava.


LIX [lxxxiii] e LX [lxxxiv].2

Ai luoghi abitati un tempo dal Petrarca.

Rapido fiume, che d’alpestre vena3
Con maestà terribile discende,
Da tergo io lascio; e il mio pensiero intende4
4Là dove l’aura è ancor sacra e serena.5
Oh di qual dolce fremito ripiena
L’anima in me di fiamma alta s’incende!
Nulla omai, fra brev’ora, a me contende,6
8Che al gran fonte di Sorga io prenda lena.
Deh quante volte, per quest’orme istesse,
Il divin Vate alla sua chiusa valle7
11Pien d’amorose cure il piè diresse!


  1. 9-11. Costruiscasi: solo se queste mie rime saranno capaci un giorno di mitigare o d’interpretare i dolori di un’anima veramente schiava d’amore... E si affacciano alla mente i versi del Petrarca (Rime, I):
    Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
    Di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
    In su ’l mio primo giovenile errore,
    Quand’era in parte altr’uom da quel ch’e’ sono;
    Del vario stile, in ch’io piango e ragiono
    Fra le vane speranze e ’l van dolore,
    Ove sia che per prova intenda amore
    Spero trovar pietà, non che perdono.
  2. «Non mi arrestai fino ad Avignone, dove mi portai con trasporto a visitare la magica solitudine di Valchiusa; e Sorga ebbe essai delle mie lacrime, non simulate e imitative, ma veramente di cuore e caldissime. Feci in quel giorno nell’andare e tornare di Valchiusa in Avignone quattro sonetti: e fu quello per me l’un dei giorni i piú beati e nello stesso tempo dolorosi, ch’io passassi mai» (Aut., IV, 12°). La data precisa della composizione di questi quattro sonetti, due dei quali soltanto stimo necessario di riferire, è il 29 ottobre del 1783.
  3. 1. Con queste parole il Petrarca (Rime, CCVIII) volgesi al Rodano.
  4. 3. Intende, è vòlto.
  5. 4. E ripreso in questo verso l’uso frequente – troppo frequente – del Petrarca, di avvicinare il nome comune l’aura al nome proprio della donna da esso amata: cosí (Rime, XC):
    Erano i capei d’oro a l’aura sparsi....
    Sacra e serena: al solito, il Petrarca (Rime, CXXVI):
    Aere sacro, sereno
    Ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse...
  6. 7. Contende, si oppone; cosí l’Ariosto (Orl. fur., I, 73):
    Se l’intricati rami e l’aer fosco
    (Disse la donna) agli occhi non contende...
  7. 10. Alla sua chiusa valle: cosí il Petrarca (Rime, CXVII):
    Se ’l sasso ond’è piú chiusa questa valle
    Di che ’l suo proprio nome si deriva....