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60 | rime varie |
11Nella beata tua terra nutrice!
Qual già fosse il tuo nome, omai nol chieggio:
Fama con tromba d’oro a tutti il dice:
14L’Italo Omero1 entro quest’urna ha seggio.
XLIV [lxi].2
Vorrebbe ritrarsi dal mondo,
ma non può, finché resti la sua donna in mezzo alle pene.
Non giunto a mezzo di mia vita ancora,3
Pur sazio e stanco del goder fallace
Son di quest’empio, traditor, mendace
4Mondo, che i vizj apertamente onora.
Ma, se noja e dolor cosí mi accora,
Perché non cerco la immutabil pace
Là dove in boschi solitaria giace,
8E di vergini rose il crin s’infiora?4
Ritrarmi in porto, ove5 in tempesta ria
Vittima (oimè) di stolte ingiuste voglie,6
11Vive fra pianti e guai la donna mia?
Non fia, no, mai: qual piú martíro accoglie,
Piú grata a me stanza7 piacevol fia:
14Sol m’è pace8 il divider le sue doglie.
- ↑ 14. Ferrarese Omero è detto l’Ariosto dal Bentivoglio (Selvaggio Porpora) nel congedo apposto alla traduzione della Tebaide di Stazio, che l’A. lesse, postillò e ridusse in gran parte a forma dialogica (Aut., IV, l°).
- ↑ Nel ms.: «22 giugno, Bologna».
- ↑ 1. Nel 1783 l’A. aveva 34 anni: non era dunque giunto «al punto sommo dell’arco della vita che nelli maturati è nel 35° anno».
- ↑ 8. Ricorda ciò che il Tasso dice dell’Aurora (Gerus. lib. III, 1):
.... l’aurea testa
Di rose còlte in paradiso iufiora. - ↑ 9. Ove, mentre, finché.
- ↑ 10. Allusione al marito della Contessa, del quale in un epigramma, del 6 aprile 1786, l’A. scrisse:
Fu mal padre, e mal marito,
E mal figlio, e mal fratel:
Con la moglie e i servi ardito,
Con chi ha petto un vero agnel...
(Vegg. Rod. Renier, op. cit., 312 seg.). - ↑ 13. Stanza, dimora.
- ↑ 14. M’è pace, mi dà pace.
l’Ariosto non nacque a Ferrara, ma a Reggio d’Emilia; anche nell’Aut. (III, 3°), l’A. incorse nella medesima inesattezza: «Passai anche questa città [Ferrara] senza pur ricordarmi ch’ell’era la patria e la tomba di quel divino Ariosto...».