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di vittorio alfieri 47


Ai traditor di libertà farai.
Tra le guerriere memorande imprese
Nulla starà davante
6A questa tua. Già incontro all’oste vai
Recando ultimi guai. —
Oh dell’uman tuo cor vittoria degna!
Poca è la strage: e intero intero hai stretto
Il men crudo che inetto
11Nemico stuol, sí che depor la insegna
E il brando a lui convegna
E l’onor, se mai n’ebbe,
E la baldanza, che pur tanta ell’era. —
Or sia che vuol (ma pace1 esser dovrebbe),
Mai non vedrai, gran duce, ultima sera.2


XXXVI.3

Ode quinta.

Pace del 1783.

I.

Dolce concento di celesti voci4
Sparto aleggia sull’aura;
Dentro ogni cor piove felice oblio


    della guerra tra gli S. U. d’America e la Granbrettagna (18 ottobre 1781). Il giorno dopo, nelle case di Moore, furono segnati i preliminari della pace.

  1. 15. La pace, come vedremo, non fu segnata effettivamente che nel genn. 1783.
  2. 16. Vivrai eternamente nella memoria degli uomini.
  3. La pace fra gli S. U. e la Granbrettagna, le cui linee principali vennero fissate a Versailles il 20 gennaio 1783, fu conchiusa a Parigi il 3 di settembre: l’Inghilterra riconosceva con essa l’indipendenza dei 13 stati Americani e per sé riteneva il Canadà: i confederati ebbero diritto di pesca sui Banchi di Terranova, nel Golfo di San Lorenzo e dovunque sino allora l’avevano esercitata per consuetudine. «Le canzoni sull’America che vorrebbero una giunta sulla pace conchiusa, per comporre una specie di poemetto, sono arrestate, perché io per alcun turbamento di spirito non sono niente in grado di poter fare questa giunta, onde aspettando o miglior vena, o l’impossibilità dimostrata di andar avanti, la tengo tuttavia in sospeso, ma essa le avrà certamente». Cosi scriveva il Poeta alla Marchesa Luigia Alfieri di Sostegno il 21 maggio del 1783; ma pochi giorni dopo si metteva all’opera, e l’otto di giugno condusse tutta d’un fiato l’ultima l’ode sino alla settima strofe: poi, la lasciò in disparte fino al 20, nel qual giorno la trasse a termine. Mi pare che questa sia di tutte cinque le Odi sull’America libera la piú densa di pensiero, la piú audace, la meno retorica e la meglio verseggiata.
  4. I, 1. Le voci degli angeli che cantano l’inno della pace, oppure le voci degli uomini inneggianti con felicità celestiale alla pace.