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8 | rime varie |
Vista di quanto bene al mondo io m’abbia,
Non vien ritolta ai languidi miei lumi.
Oh quant’ore di duolo in pianto in rabbia
Trapasso io poi! fin che non piace ai Numi
Di ricondur quell’ora,
64Ch’io non so ben se m’ange1 o mi ristora.
Se vita è un breve sogno,
Quella menoma parte
Ch’io ne traggo al tuo fianco sospirando,
Come appellarla io deggia or vo pensando.
Tempo, che or l’ali ad arte
70Raccogli oltre il bisogno,2
Or le hai rapide troppo ad involarte
Per poi lasciarmi di me stesso in bando,
Man che un sogno or mi sembri, or piú ch’eterno.
Piú in tal pensier m’interno,
Piú vaneggiar pel rio dolor mi sento:
76Né il duol però mi grava... Oimé! che voglio?
Del cor la pace! Ah no! saria tormento
Maggiore assai di quello ond’io mi doglio.
Non rifiuto l’amaro:
Sol vorrei fosse il dolce un po’ men raro.
Canzone, un sol pensiero in troppe rime,
Tuo dire esprime: — io ’l veggo:
83Ma, se a lei tu non spiaci, altro non chieggo.3
VII [xvi].4
Invettiva contro Roma.
Vuota insalubre regïon, che stato
Ti vai nomando, aridi campi incolti;
- ↑ 64. M’ange, mi addolora.
- ↑ 69-70. Che passi, cioè, lentamente.
- ↑ 81-83. L’A. mostra veramente, in questo breve congedo, di aver capito qual sia il principale difetto della sua canzone: la monotomia de’ pensieri.
- ↑ Vincenzo Monti, in una lettera a Giovanni Gherardini a proposito di questo sonetto scriveva: «Allorché A. fu espulso da Roma, questo fiero ingegno scrisse contro il papa, contro la nobiltà e tutto il popolo romano un atroce e sanguinoso sonetto»: l’anno in cui l’A. fu espulso da Roma, o, per usare un eufemismo, fu invitato ad andarsene perché ormai la sua relazione con la Contessa d’Albany era a tutti nota e il Cardinale di York, cognato di lei, non voleva tollerare sí fatto scandalo, è il 1783; ma evidentemente il sonetto fu divulgato, non composto in quell’anno, sí nel dicembre del 1777, come risulta dal ms. e come è riconfermato nel seg. passo dell’Aut. (IV, 6): «In quell’autunno dunque sendomi da un mio conoscente proposto piú volte d’introdurmivi [in casa della Contessa d’Albany], io credutomi forte abbastanza, mi arrischiai di accostarmivi: né molto andò ch’io mi trovai quasi senza avveder-