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di vittorio alfieri | 283 |
Alma accennava1 di servili some
4 Scarca, e nobili sensi in cor securo.
S’oggi avvien poi, che cittadin si nome
L’empio assassino, e il ladro, e il rio spergiuro,
Titol d’infamia ed ai liberti audaci
Consacrato omai sol, nel fango giaci.
XIV [lv].2
Mi vien da rider, quand’io sento dire
Che un birbo o sciocco pensa alla francese.
Il vestire, il ciarlare, l’arricciarsi,3
4 Il ballare, il rubare, ed il vantarsi,
Son cose queste ch’ei può avere apprese
Da quel gentil paese:
Ma il pensare e il sentire,
8 Tanto prender si può da que’ scimiozzi4
Quanto attinger si può fuoco dai pozzi.
XV [lxxx].5
Sia l’avvenir qual vuolsi, a me pur sempre |
XVI [xcix].6
Καὶ γὰρ τὰ περὶ ἐμοῦ τέλος ἔχει.
Luca, 22, 37.
Nel punto in cui di Galli armati schiavi
Entra in Firenze la masnada vile,
- ↑ 3. Accennava, significava.
- ↑ Questo epig. fu composto il 23 febbraio 1797.
- ↑ 3. L’arricciarsi, si capisce, i capelli.
- ↑ 8. Scimiozzi, vale quanto scimmiotti.
- ↑ Epigramma composto il 17 sett. 1798. Vegg. i son. Povero, e quasi anco indigente, or vuoi; Già il ferétro, e la Lapida, e la Vita; S’io nel comun dolore, allorché tutti.
- ↑ «Sistemato dunque in tal guisa il mio vivere, incassati tutti i miei libri, fuorché i necessarj e mandatili in una villa fuori di Firenze,... questa tanto aspettata ed abborrita invasione dei Francesi in Firenze, ebbe luogo il dí