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216 dal «misogallo»


In sua innocenza un Re, che all’empia greggia
8 De’ schiavi suoi perdon concede intero.1
Universal, mortifero, tremendo
Silenzio piomba entro le attonite alme....2
11 Deh, ch’io non vegga l’assassinio orrendo! —
Ma al batter già delle servili palme,
Consunto appien l’atro misfatto intendo.
14 Or tutte hai, Gallia, di viltà le palme.3


  1. 7-8. Sono note le parole di Luigi XVI prima di morire: «Muoio innocente di tutte le colpe che mi sono imputate; perdono ai miei uccisori, e prego Dio che il mio sangue non ricada sulla Francia». Legg. a questo proposito nella Prosa III del Misogallo l’immaginario discorso del Re prigioniero dinanzi alla Costituente Nazionale l’11 dic. 1912.
  2. 9-10. Nella Bassvilliana è un accenno alla pietà che le parole del morituro suscitarono nel cuore degli astanti; di ciò tace, al contrariò, l’A.
  3. 14. Intendasi: ora nulla puoi aggiungere, o Francia, al cumulo delle tue scelleratezze; e il Monti immagina che solo quando Dio pone sul piatto della bilancia, ove sono le crudeltà francesi, l’uccisione di Luigi XVI, esse trabocchino e sbalzi alle stelle l’altro piatto ov’è la bontà e la pazienza divina. Riferisco, a compimento di questo sonetto, l’altro ov’è descritta, un po’ retoricamente, a dir vero, la morte di Maria Antonietta:


    20 agosto 1793.


                                          εἰ δὲ τοῦ χρόνου
    Πρόσθεν θανοῦμαι, κέρδος αὔτ’ ἐγὼ λέγω.


    Sofocle, Antigone, vers. 471.


    Innanzi tempo il mio morir mi fora
    Mero guadagno.



        Orrido carcer fetido, che stanza
    Degna è fra’ Galli al malfattor piú infame,
    Schiude il ferreo stridente aspro serrame,
    E Donna entro vi appar d’alta sembianza.                    4
        D’innocenza la nobile baldanza
    Schernir le fa l’empie servili trame;
    Regina sempre; è trono a lei lo strame,
    Su cui giacente ogni uom piú forte avanza.8
        Tremar veggio ivi i pallidi custodi;
    E tremare i carnefici, che il segno
    Stanno aspettando dai tremanti Erodi.11
        Vedova, e Madre strazïata, pregno
    Di morte il cor, del tuo morir tu godi,
    Donna, il cui minor danno è il tolto Regno.14