Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
di vittorio alfieri | 163 |
Qui al Capricorno, invan gelato e immondo,
Fa guerra ognor dell’alma luce il Divo:1
Qui non contrista di canizie il mondo
8 L’ispido verno, e i fior non prende a schivo.2
Scevra d’ogni torpore, ecco disserra
L’urna il biondo Arno alle volubili acque,
11 Che irrigan liete la Palladia terra.3
E qui il mio spirto pur, che al gel soggiacque
Là d’oltramonti, or ridestato afferra
14 La dolce Lira, a cui fors’anco ei nacque.
CLIX [clxxxiix].4
Compiendo il quarantacinquesimo anno.
Del dí primier del nono lustro mio
Già sorge l’alba. Ecco, prudenza e senno
Siedonmi al fianco; e in placid’atto e pio,
4 A una gran turba di sgombrar fan cenno.5
Le audaci brame, e l’ire calde, e il brio
Giovenil, che all’errar norma mi dienno;6
Ed altri ed altri i di cui nomi oblio,
8 Tutti or dan loco: ed obbedir pur denno.
Ma, né pur segno di voler ritrarsi
Fanno due alteri, il cui tenace ardore
11 Par che col gel degli anni osi affrontarsi:
Poesia che addolcisce e innalza il core
Vuol meco ancor, scinto il coturno,7 starsi;
- ↑ 6. Dell’alma luce il Divo, il Sole.
- ↑ 8. E i fior non prende a schivo, non impedisce ai fiori di germogliare.
- ↑ 9-10. Anticamente i fiumi venivan rappresentati sotto l’immagine di un dio che versava acqua da un’urna. — Palladia; cosí è detta Firenze da Pallade, dea del sapere, come quella città da cui
ogni scienza disfavilla. - ↑ Il primo anno della dimora dell’A. in Firenze fu speso, oltreché nel cercare un alloggio conveniente per sé e per la Contessa, nel proseguimento della traduzione dell’Eneide e di Terenzio, nella composizione di parte del Misogallo e nel recitare, con alcuni giovani e con una signora, le proprie tragedie. Cosí, per tutto il 1793, il Canzoniere non si arricchí di un sonetto e solo ai primi del ’94 si rinnovò, anche in questo campo, l’attività letteraria del nostro Poeta. Il sonetto che ho surriportato, e che è nell’autografo privo di data, dev’essere stato necessariamente composto verso la metà di gennaio del ’94, e non si capisce come alcuni editori l’abbiano collocato fra i componimenti del 1790.
- ↑ 4. La turba delle passioni giovanili, specificate nei versi seguenti.
- ↑ 6. Che all’errar norma mi dienno, che mi spinsero all’errore.
- ↑ 13. Scinto il coturno, abbandonata la poesia tragica; l’ultima tragedia doveva essere il Bruto II, composto a Colmar nel 1786, e su cui l’A. «aveva rinnovato il giuramento ad Apolline piú so-