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di vittorio alfieri | 155 |
CXLVIII.1
Tentò ogni genere letterario, eccetto la storia.
E carmi e prose in vario stil finora
Io scrissi, abil non dico, ardimentoso;
Storie, non mai, perché il carco gravoso
Pensante autor veracemente accora.2
5 Spinger per alto mare altera prora3
Può almen l’Epico vate armonïoso;
E l’Oratore, e il Tragico, e il sugoso
Filosofante, han vasto campo ognora:
9 Arti tutte divine; in cui, ritratto
L’uom qual potría pur essere,4 s’innalza
Al ciel chi scrive e il leggitore a un tratto.5
12 Ma il pinger casi, ove la vera e scalza6
Trista Natura nostra il tutto ha fatto,
Fuor che in Commedia il fessi, a me non calza.7
CXLIX.8
Perché da qualche tempo non scriva piú versi.
Io, che già lungi di una donna in meste
Rime troppe il dolor disacerbava:9
E, i lunghi dí piangendo, pur cantava,
Pregno il cor d’atre immagini funeste;
- ↑ Nel ms: «3 luglio 1790».
- ↑ 1-4. Questi versi sono un poco diversi nel ms:
E carmi e prosa in vario stile io fora
Abil, non dico, ma di scriver oso,
La Storia tranne, il cui carco gravoso
Veracemente autor pensante accora.
— Pensante, che misura le proprie forze, che pondera le difficoltà di un’opera prima di accingervisi. - ↑ 5. Altera prora, metafora per indicare un’opera di grande mole, di considerevole importanza.
- ↑ 10. Qual potría pur essere, non quale è.
- ↑ 11. A un tratto, contemporaneamente.
- ↑ 12. Scalza, non sublimata come nella tragedia, ma tale qual’essa è, con le sue miserie e con i suoi vizi.
- ↑ 14. Non mi piace, se pur non mi decidessi un giorno a farlo nella forma piú acconcia, in commedia. — Il fessi, lo facessi.
- ↑ Questo sonetto fu composto il 21 ottobre 1790, quasi due mesi dopo l’altro da me riferito per ultimo, e che immediatamente lo precede nel manoscritto.
- ↑ 2. Disacerbava: rendeva meno aspro. Meglio, mi pare, nel ms:
Io, che già lungi dal mio bene in meste
Dolci rime il dolor disacerbava...