Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/103


di vittorio alfieri 75


Dell’ampio mondo traditore il vuoto,
I casi varj e sempre pur gli stessi,
E l’aspra noja, e il rio languor mi è noto;
8Né piú vedrei, se in lui mill’anni io stessi.1
Parte di me miglior, mia donna, m’odi:2
O insieme in solitudine rimota
11Vivremo un giorno in dolci e lieti nodi;
O ch’io, vivo sepolto in terra ignota,
Sempre piangendo, cantando tue lodi,
14Sospirerò che morte mi percuota.


LXV [xciii] e LXVI [xciv].3

Che cosa ormai lo tenga in vita.

Io vo piangendo, e nel pianger mi assale
Sí fera voglia di finir per morte
L’aspre vicende d’insoffribil sorte,
4Che in me per poco omai ragion prevale.4
Dico talora: il piú indugiar che vale?
Mai non verrà quel dí, che ti conforte;
Le tue dubbie speranze puoi dir morte:
8Vive sien anco; il ben qui, agguaglia il male?
Orma quaggiú lasciar che tu se’ stato,
Perché5 piú tempo aspetti, non potrai,
11Se il coturno6 non t’ha fama acquistato.


    né devesi dare soverchia importanza alle seguenti parole che nel 1790 scriveva alla madre sua: «Sono stato anche alla Trappa, famoso convento di Solitari, in cui sono stato edificato veramente e compunto della sublime pietà di quei Religiosi»: a temperare e a chiarire il significato delle quali scriveva pure alla madre il 13 dicembre dello stesso anno: «Vedo... dalla sua ch’ella si felicita in sé stessa che la vista dei frati Trappisti mi abbia compunto il cuore di ammirazione devota; onde le voglio dire per sua consolazione ch’io sono assai meno mondano di quel ch’ella mi crede; ch’io vivo in questa città [Parigi] una vita ritiratissima, andando a letto ogni sera alle cinque o le sei; studiando tutta la mattina fino alle due; e stimando che si possa servire a piacere a Dio in ogni stato». — Vile ozio, ozio, cioè, che sottrae alle lotte e alle responsabilità della vita.

  1. 8. E non potrei vedere nulla di peggio, campassi mille anni.
  2. 9. Altrove: Donna, dell’alma mia parte piú cara.
  3. Il primo di questi due sonetti ha nel ms. la data: «Lione, 9 novembre [1783]», il secondo: «Tra Lione e Tarare, 6 novembre»: sicché dovrebbero, secondo la cronologia, essere disposti nell’ordine contrario a quello che io ho loro assegnato; ma il secondo compie il pensiero del primo, onde ho creduto, per questa volta, di non rispettare la cronologia e disporre i due componimenti cosí come fece anche l’A. nell’edizione di Kehl.
  4. 4. Che la ragione ha ormai in me scarso sopravvento.
  5. 10. Perché, per quanto.
  6. 11. Il coturno, la produzione tragica.