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6 | LA VIRTU SCONOSCIUTA, |
- VITTORIO.
Oh vista! e fia vero? gli attoniti abbagliati miei occhi a gran pena in cotanta tua luce fissarti si attentano.... Ma sì, tu sei desso; quella tua voce, che quand’eri mortale, amistade e virtù mi suonava, rispetto or m’infonde, e con dolcezza misto uno ignoto tremore.
- FRANCESCO.
Riconfortati. Dagli Elisj vengo io a rivederti, consolarti, ed alquanto star teco; dalle tue sì spesse lagrime e sospiri già ben due anni chiamato, ora, concedendolo il fato, alfin mi rivedi.
- VITTORIO.
A gran pena i miei sensi ripiglio. — Ma già già quel timore, che di maraviglia nasceva, dileguasi; ed al tuo caro, e sospirato cospetto non può nel mio core albergar più temenza.
Assai cose mi rimaneano a dirti, e ad udire da te, quando (ahi lasso me!) per poche