Deh! torna spesso entro a’ miei sogni, o solo
Vero amico ch’io avessi al mondo mai:
Deh! dal tuo avello torna a udir mie’ guai;
Che il pianger teco a me pur scema il duolo.
Fuor del carcer terren seguíto a volo
Ti avrei quel dì, che a forza io mi strappai
Dall’amata; quel dì, ch’io invan chiamai
Te, cui già muto racchiudeva il suolo:
Ma colei che dell’uom sempre s’indonna,
Speme, vuol ch’io sorviva, e aspetti l’ora,
Che riunir dovrammi alla mia donna.
Fra noi ti alberga, ombra adorata, allora.
Calda memoria in noi mai non assonna;
Che, te vivo, in tre corpi un’alma fora.