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DIALOGO. 53


si è, che ti piaccia concedermi che io intitoli al tuo per me sacro nome la mia Congiura de’ Pazzi; tragedia, in cui quanto più altamente ho saputo, quei sensi stessi ho spiegati, che dal tuo infiammato petto sì spesse volte prorompere udiva con energía e brevità tanta di maschie e sugose parole.

FRANCESCO.

Ciò che in codesta tragedia non debolmente, parmi, esprimesti, non nego io d’averlo già fortemente sentito; ed in ciò eravamo noi pari: ma ella è ben tua la tragedia, e come cosa tua, e degna di te, l’accetto io; e come cara e somma dimostrazione del tuo affetto la tengo; purchè con troppe laudi non vogli in quella dedica più onore nè parte ascriverne a me, di quello che a me se ne aspetti. In vita, rimembrami, di ciò ti parlava fin da quando a me destinata l’avevi, e ricevutala io; benchè le fortissime verità che là entro si


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