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DIALOGO. 51


cato dall’uomo il nono lustro, o poco più in là, ogni poeta che scrive, va togliendo a se stesso la già acquistata fama.

VITTORIO.

Il nobile e giusto consiglio, che interamente pure al mio pensare si adatta, da te riconoscere il voglio, e, come d’ogni altro tuo prego, a me far di questo una legge inviolabile. Due cose sole a chiederti mi rimane; ed è l’una; se non isdegneresti che io in alcuna parte ti ponessi una semplice marmorea lapide, con sopravi poche parole, ove testimoniando al mondo il mio immenso amore per te, il tuo alto valore almen vi accennassi.

FRANCESCO.

Negar non tel voglio, se ciò al tuo dolore è sollievo; ma se con ciò speri di farmi più noto al mondo, ti pregherò pur di nol fare. Ad ogni uomo si pongono tutto dì delle lapidi, e inosservate meritamente elle passano. Ogni, anche ottimo verso,


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