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48 LA VIRTU SCONOSCIUTA,


mentar puoi quindi s’io l’ami. Sostegni della mia vita, d’ogni opera mia entrambi voi l’anima siete; e tu, sì, benchè tolto dagli occhi miei, tu il sei tuttavia; e se in essa te tutto ritrovato non avessi, i soli legami d’amore a ritenermi in vita eran pochi. Ma spesso, tu il sai, crudelmente costretto son io di lasciarla; e son quelli i momenti terribili del mio più feroce delirio. Di te mi ritrovo io privo per sempre, di essa troppo più a lungo ch’io sostenere nol posso; in preda solamente a me stesso in tal guisa rimasto, me stesso invano ricerco, e non trovo. Ed ecco come alla accesa mia fantasia altro sfogo o rimedio non soccorre, che il pianto, o le rime. Ed ecco come, ora desiando, ora immaginando di vederti e parlarti, io ho vissuti questi due anni dacchè mi sei tolto. Ma pur troppo in me sento un funesto presagio che questa prima volta sarà la sola ed ultima, in cui mi fia dato il favellarti e l’udirti: e il crudel