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DIALOGO. 43


tutti, fosti anco in ciò diverso dai pochi sommi uomini, che per lo più tenerissimi esser non sogliono dei loro congiunti: nè dir saprei se in te fosse maggiore la sublimità della mente, o quella del cuore. Questo fratello tuo, minore di te in ogni cosa come negli anni, di cui tu, quasi amoroso padre, cotanta cura pigliavi; per cui solo attendevi a quel tuo così a te dispiacevole traffico, che necessario non t’era per vivere agiato, e di tanto disturbo ti riusciva per viver pensante; questo tuo fratello in somma, ottimo giovine e di nobil’indole anch’egli, ma in nessuna cosa superiore nè al suo stato, nè ai tempi, ed in nessunissima a te vicino, egli era pure la sola remora, l’ostacolo solo alla tua intera felicità: poichè tu, come saggio, in null’altro riponendola che nel viver libero, e pensare e dire a tuo senno, disegnavi acquistartela, emendando il tuo nascere, col ricercarla e goderla in quelle