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DIALOGO. 35


gno di piacere a tutti, compiacendo ai più, che son di costoro; no; di pochissimi volli, e giovommi, aver l’amore e la stima; degli altri soltanto non volli aver l’odio, il quale, anche non meritato, sempre ad un uomo buono riesce uno spiacevole carico; e sempre suppone che molti hai offeso: e quand’anche ciò facciasi, non se ne accorgendo l’uomo, o col solo valer più degli altri, o col lasciarlo conoscere, a ogni modo viver dovendo fra gli uomini, e non potendo loro giovare offendendoli, se pure d’alcun pensiero si è fatto tesoro, va goduto per se, o coi pochissimi amici, e interamente dissimulato coi rimanenti. Queste regole del bene, o per dir meglio, del queto vivere, alquanto debilette parranno alla tua indomita impetuosa indole: ma, non si vuole, nè si può vivere in Siena e nella presente Italia, come già in Roma, in Sparta, e in Atene: e siccome in quelle città molti forse, che per se amata non

 
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